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I candelieri

Nel Breve di Villa di Chiesa ben tre capitoli sono dedicati alla festa di “Sancta Maria di Mezo Gosto”, ovvero la festa dedicata alla Vergine nella data del 15 Agosto.
Si trattava di manufatti imponenti, basti pensare che l’antico scritto narra che i ceri erano talmente grossi da restare accesi per un anno intero, senza che nessuno poteva disfarli: pena il dover pagare 10 libbre di Alfonsini minuti.

In questo giorno era usanza la liberazione dei prigionieri, esclusivamente donne.

Ancora oggi la discesa avviene il 15 Agosto. I Candelieri sono alti sei metri, pesano in media 3 tonnellate, e hanno bisogno per il trasporto di sedici-venti persone, che li sorreggono sulle spalle.

La partecipazione è aperta a tutti, non solo iglesienti ma anche turisti.

La Processione è aperta dai personaggi storici:

  • Il Vessilifero dell’Associazione con il Vessillo recante l’immagine della Vergine che sovrasta la città di Villa di Chiesa;
  • l’araldo, che annuncia l’ordine d’uscita dei Candelieri;
  • il Breviaiuolo che tiene in mano il “Breve”;
  • il Camerlengo con in mano una sacchetta contenente copie degli “Alfonsini minuti “ la tipica moneta coniata in Città;
  • l Giudice attorniato dagli amanuensi;
  • il Capitano di Villa che regge un cuscino sopra il quale è depositata la chiave della Città.

Vengono poi i candelieri preceduti dai relativi Gonfaloni.

Subito dopo, il simulacro della Dormiente (la Koimesis, alla maniera bizantina). La lettiga è portata dagli “apostoli”: dodici uomini che indossano un camicione bianco tenuto in vita da una fascia azzurra; anticamente erano i proprietari terrieri che avevano l’onore e l’onere di portare la Dormiente.

UNIVERSITAS

Il Candeliere dell’Universitas, è rappresentativo di tutta la città di Iglesias. E’ costruito in legno di ciliegio, è costituito da una base a forma cubica. Nelle sue quattro facce sono presenti delle pitture dello scomparso artista iglesiente Paolo Essenziale, dove vengono rappresentate le quattro attività economiche più importanti dell’epoca: agricoltura, pastorizia, mineraria e artigianato. 

Originariamente al posto dei pannelli pitturati v’erano quattro formelle in ceramica dell’artista iglesiente Stefano Cherchi.
Furono rimosse per alleggerire il Candeliere che pesava più di quattrocento chili; le formelle, custodite dall’Associazione attendono una dignitosa collocazione da poter essere ammirate dagli iglesienti e dai turisti. 

Sul tabernacolo del Candeliere sono state inserite quattro statue in bronzo raffiguranti le Virtù Cardinali, che dovrebbero possedere gli Amministratori, cioè: Prudenza, Giustizia, Fortezza e Temperanza

Sulla colonna sono inseriti degli inserti di ceramica blu. I portatori indossano una casacca rossa e blu.

Candeliere di Montagna

Il Candeliere di Montagna alla base porta incise delle immagini: sul davanti, Santa Barbara, protettrice dei lavoratori di miniera, sul retro un’ immagine della Vergine Assunta, ai lati rappresentazioni di scene di vita mineraria. 

Nella parte superiore è riprodotta una moneta di Metalla con tempio tetrastilo, un lume ad olio e la M sormontata da una corona. La colonna ha forma di stiletto, un attrezzo di uso comune in miniera. Nel 2000 è stato arricchito con una coppa d’argento. 

I portatori indossano una casacca argento e nero che rappresenta l’argento che veniva estratto localmente e il buio a cui erano costretti i
minatori. 

Il Candeliere, in processione è preceduta da uno stendardo nel quale sono raffigurati Santa Barbara, protettrice del Gremio e i papi Callisto, Ippolito e Ponziano, che furono condannati “ad metalla” (un nome ricorrente in questa zona della Sardegna).

Candeliere di Santa Chiara

Il Candeliere di Sancta Chiara è costituito da una base nella quale sono incisi motivi sardi.

La parte superiore, contiene dipinti che raffigurano Santa Chiara, protettrice del quartiere; la Vergine Assunta e simboli mariani.

La colonna, la parte più interessante del Candeliere, fu ritrovata in uno
stanzino della Cattedrale e affidata dal Capitolo all’Associazione allora Comitato “ Valorizzazione delle tradizioni iglesienti “ per il restauro; l’ebanista che lo restaurò ( il compianto Dario Matta) disse che, a
suo parere, la colonna doveva essere datata al 1600 e che v’erano molte tracce di lavorazione con tornio ad acqua.

Il giorno di Ferragosto viene fissata sulla cima una coppa d’argento ( opera della Scuola
Argentieri di Iglesias e dell’artista Vasari, oggi scomparso). In essa sono rappresentati la Cattedrale, lo stemma vescovile dell’allora Vescovo d’Iglesias, Mons. Arrigo Miglio, i Santi Antioco e Chiara e il
tornese dei Donoratico, moneta coniata ad Iglesias.

I portatori indossano una casacca nera, bianca e azzurra. Il Candeliere, in processione è preceduta da uno stendardo nel quale è raffigurata Santa Chiara patrona del quartiere, alla quale è intitolata la Cattedrale (unica al mondo dedicata alla Santa) e che, secondo il nostro parere dovrebbe essere innalzata a Basilica.

Candeliere di Mezo

Il Candeliere di Mezo riprende le fattezze di una casa aristocratica. Ai quattro lati vengono rappresentati il santo protettore del quartiere, San Saturno; due del Rione del quartiere di Mezo e l’immagine della Vergine nel momento dell’Assunzione, quando lascia cadere, secondo i vangeli apocrifi, la fascia celeste, che San Tommaso coglie.

I portatori indossano una casacca verde e gialla; questo perché il Rione era abitato da contadini, pastori e ortolani: il giallo colore delle messi e il verde che rappresenta la campagna.

Il Candeliere è preceduto da uno stendardo nel quale è raffigurato San Saturno protettore del quartiere.

Candeliere di Fontana

Il Candeliere di Fontana, anch’esso dedicato a uno dei quartieri della città, reca in se la raffigurazione di San Nicola, protettore del quartiere, ricordato al momento del miracolo (dei bambini si son persi nel bosco, la gente che li cerca invoca il Santo e nel cielo appaiono dei globi che illuminano il posto facendo ritrovare i bambini), Santa Maria di Bangiargia e uno scorcio di Iglesias con veduta sulla fontana di Su maimoni (dal sardo “colui che sta in mezzo alla piazza”).

La colonna, sulla quale sono incisi simboli mariani, termina a forma di brocca. I portatori indossano una casacca bianca e celeste.

Nello stendardo, che precede in processione il Candeliere, è raffigurato San Nicola al quale era dedicata una chiesa, distrutta all’inizio del 1900, situata fra le attuali via Cagliari e piazza Lamarmora, proprio di fronte alla fontana di Su maimoni.

Candeliere di Castello

Il Candeliere di Castello, di legno scuro e chiaro, ha ai lati incisi la protettrice del quartiere Sant’Eulalia, patrona della Rocca di Salvaterra, l’Assunta, un milite, una colomba e un immagine simbolica dello stemma del casato dei Donoratico. Sono poi sistemati due medaglioni incisi con la rappresentazione di “is griffoneddus” (Dal sardo “i rubinetti”) e la scala di “ sa sai” (Dal sardo “del sale”), ovvero la scala che portava al carcere sopra le fonti; la torre e uno stemma araldico.

La colonna termina con una torre merlata.

I portatori indossano una casacca gialla e rossa, simboli rispettivamente del potere e della autorità. Lo stendardo che precede il Candeliere porta rappresentati San Costantino, la SS. Trinità
e Santa Eulalia.

candeliere dei vinajuoli

Il candeliere dei vinajuoli ha, anche questo, una forma cubica con incisi simboli tipici dell’arte sarda; la parte superiore (il tabernacolo) reca le rappresentazioni di Sant’Isidoro, patrono degli agricoltori, dell’Assunta, un agricoltore che semina e uno scorcio della chiesa bizantina del Santissimo Salvatore.

Nella colonna a tortiglione sono riportati tralci di vite e spighe di grano. I portatori indossano una casacca color vinaccio.

Lo stendardo raffigura la Madonna di Valverde e altri Santi.

candeliere dei lavoratori

Nel candeliere dei lavoratori vengono rappresentati: San Giuseppe, patrono degli Artigiani, l’Assunta e attività lavorative del periodo medioevale; un cesellatore e uno speziale.

Nella parte superiore del tabernacolo, quattro santi protettori dei mestieri del tempo: Santa Filomena, protettrice dei filatori, Sant’Ermenegildo, protettore dei sarti, San Crispino protettore dei calzolai e Sant’Eligio, protettore degli orafi e argentieri. La colonna termina con dei quadri nei quali son rappresentati momenti della vita di
Gesù. I portatori indossano una casacca color rosso e verde.

Lo stendardo raffigura San Giuseppe.